domenica 1 maggio 2011

Un piccolo mondo per noi due


Virginia si chinò sul tavolo avvicinando il suo volto a quello dei bambini che la imitarono per sentire meglio quello che stava per sussurrargli.
  • «La storia che avevo in mente parla, come tutte le mie storie, di due piccoli animaletti..»
I Bambini si guardarono e sorrisero. Virginia aveva iniziato a raccontare loro delle fiabe da quando avevano 3 anni e dovevano prepararsi per il primo giorno alla scuola materna, la paura era tanta per entrambi, ma unicamente perché non capivano ancora bene a cosa servisse andare alla scuola materna e perché avrebbero dovuto andarci il giorno dopo! Luigi provò a spiegargli che avrebbero potuto imparare tante cose e conoscere altri bambini, ma a loro non interessava. Virginia decise allora di prenderli per mano e giocare con loro, costruii un piccolo fortino mettendo per terra, tra i lettini dei due bambini, tutti i cuscini della casa, poi legò due lenzuoli tra loro e alla testiera dei lettini, fatto questo tirò su con un attaccapanni e la maniglia della finestra una specie di tenda e sul bordo dei letti mise tutte i pupazzi e i giocatoli che i Virginia e Teo possedevano. Chiamò quella tenda “fortino” ed insegnò ai bambini uno dei più bei giochi esistenti al mondo. Quello della fantasia. Virginia gli spiegò che quel fortino era invalicabile e nessuno avrebbe potuto prenderli e portarli via da li se loro non volevano, ma prima avrebbero dovuto ascoltare la storia di due pulcini, uno con il becco giallo e uno con il becco nero. Dal giorno i bambini chiesero sempre più storie, Luigi cominciò a registrarle con un mangia nastri, così che non andassero perse, ma era un pericolo che non esisteva. Le cose belle viaggiano sempre velocemente, ed i bambini raccontarono quelle storie alla scuola materna, li la maestra le registrò a sua volta e meglio del suo mangianastri anche tutti i compagni di scuola memorizzarono in fretta le avventure nate dalla mente di Virginia; Il marito della loro maestra non era altro che un giovane consulente editoriale di qualche famosa casa editrice che non vedeva l'ora di mettersi in mostra, un tipo abbastanza serio, posato, prendeva in considerazione solo gli ordini dei superiori, e lasciava che i suoi colleghi facessero il loro lavoro mentre lui svolgeva il proprio. Puntava sulla freddezza e sulla precisione per risaltare sul posto di lavoro, qualsiasi idea di relazionarsi con qualcuno senza trarne vantaggio non lo sfiorava nemmeno. Per sua fortuna, in casa almeno, non perdeva una sola parola della donna di cui era innamorato, ad ogni virgola tendeva le orecchie e dopo ogni punto tratteneva il fiato. E quel suo amore lo salvò da chissà quanti anni di fiaschi e insuccessi dietro autori che seppur dotati non in molti avrebbero seguito; ma le storie della Moglie lo conquistarono, ancora di più le registrazioni fatte in aula, e quasi svenne quando poté leggere una trascrizione di una fiaba originale nata dalla mente di Virginia Lanotte. Dopo 5 anni, i suoi libri avevano ottenuto un tale successo che proprio in quella data aveva potuto decidere di fare della scrittura il suo lavoro a tempo pieno e la storia che stava per raccontare sarebbe stata la prima del suo nuovo libro: Un piccolo mondo per noi due III “sottotitolo da definirsi”.
  • «...questa volta due cuccioli di porcospino.» disse Virginia ai bambini «La loro tanta stava sotto un grande albero e per loro la vita era facilissima! La notte dormivano, di giorno mangiavano, e attorno a loro non mancava certo il cibo! Ma un giorno un grosso uccello fece il nido proprio sopra l'albero che nascondeva la loro tana...»
Prese una pausa. I bambini ormai abituati a sentire il racconto per intero, pendevano dalle sue labbra senza neanche accorgersene, ci volle un po' perché Lydia, dopo aver incrociato lo sguardo di Teo perplesso almeno quanto il suo, si decidesse a chiedere alla madre:
  • «e poi?? perché ti sei fermata?»
  • «E che uccello era? Ci dici sempre queste cose..» aggiunse Teo
  • «ditemelo voi... sono un po a corto di fantasia... ma l'uccello sarà un po' cattivo... sono indecisa..»
  • «UN CORVO!» Dissero all'unisono i bambini
  • «Perché un corvo?» Chiese Virginia trattenendo la voce in modo che i bambini non capissero chi tra loro fosse più eccitata e curiosa di sapere qualcosa a riguardo del corvo.
I due bambini si guardarono ancora una volta, Virginia capì che forse non doveva chiedere subito il “perché”, Luigi però precedette la risposta dei bambini
  • «Come perché? È tutto nero, i cattivi vestono sempre di nero!»
Virginia scoccò a Luigi uno sguardo talmente violento che quasi stacco la testa dell'uomo dal collo, per precauzione decise che era meglio iniziare a sparecchiare e non intromettersi con il racconto.
  • «Be, lo zio Ha ragione! Vai avanti mamma»
  • «Ok, ma ditemi... cosa potrebbe fare questo corvo di cattivo ai due porcospini? »
  • «forse potrebbe fare rumore la notte e non farli dormire» disse Teo
  • «Bene, ma voglio qualcosa che possa fare paura..» Rispose la Zia
  • «e se invece provasse a rapire uno di loro due?» Propose invece Lydia
  • «e Perché non ci prova! L'altro porcospino non penso resterebbe a guardare...»
Virginia aveva avuto un brivido di freddo al sentire sua figlia proporre quella svolta nel racconto, raddrizzò la schiena e allontanò di una spanna la sedia dal tavolo
  • «Dai, la storia non è ancora finita... fatemi dei disegni del corvo, nel mentre sparecchio con Luigi»
  • «Noo dai mamma!!»
  • «Zia su, prova a finirla...»
  • «Se Fate i disegni, preparate gli zainetti e andate a letto... domani vi racconto la storia prima di mandarvi a scuola... ora su... andate in soggiorno!»
I bambini obbedirono e lei poté finire di sparecchiare il tavolo. Luigi che si era allontanato era riuscito comunque a cogliere l'evoluzione degli eventi
  • «Vedi cosa si trova a scavare nella mente di un bambino? Per di più se si è superstiziosi!»
  • « È normale! tutti i bambini hanno paura del mostro dell'armadio che li porta via...»
  • « È normale che tua figlia abbia queste paure?»
  • «Non sei di aiuto...»

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