domenica 8 maggio 2011

Da chi correre dopo uno strano sogno?

Perché si era svegliata in primo luogo? La stanza era silenziosa, non era successo niente nel sogno, e men che meno in casa che potesse spiegarle perché il sogno era stato interrotto. Ma prima doveva dirlo a Teo! Non poteva aspettare! Ci sarebbe stato abbastanza tempo anche dopo per indagare.
Era un sogno diverso, troppo chiaro per essere solo un sogno, troppo coinvolgente per essere reale... era in qualche modo magico.
Saltò giù dal letto afferrandosi i pantaloni del pigiama alle ginocchia per sollevarlo e non camminarci sopra. Corse alla porta e l'apri, poi ritornando ad afferrare la gamba del pigiama si lanciò in corridoio verso la stanza di Teo con tutta l'intenzione di buttarlo giu dal letto se fosse stato necessario per svegliarlo.
Purtroppo prima di arrivare alla sua stanza si Imbatté in Luigi, che già indossava la divisa e quindi era sul punto di uscire di casa.
  • «e tu che ci fai in piedi?»
  • «Devo parlare con Teo zio...»
  • «Teo dorme, puoi aspettare a domani?»
  • «No! Zio no dai... non posso devo dirlo a Teo!!»
  • «é così importante da svegliarlo? E se stesse sognando qualcosa di importante?»
Lydia si calmò di colpo, Luigi aveva ragione. Poteva darsi che Anche Teo stesse sognando qualcosa di importante, e se anche lui avesse visto qualcosa nella sua stanza?
  • «Ok Zio... tu stai andando a lavorare adesso?»
  • «Si, sono passato a controllare che foste a letto... non ti ho svegliato io vero?»
  • «No...non mi sono accorta di niente»Ma forse era andata proprio così, era per colpa dello zio che si era svegliata « Mamma dov'è?»
  • «Nel suo studio, ma tu faresti meglio ad andare a letto!! ok?»
  • «Va bene, ma vado da mamma prima... buon lavoro Zio Gigi!»
Lo Zio la prese in braccio e lei gli stampò un bacino sulla guancia, poi se la buttò sulle spalle come un sacco. Lydia Rise, lo zio però non la portò allo studio della madre ma in camera sua. Era tempo per lei di dormire.
  • «No dai Zio... non riesco a dormire adesso! Portami da mamma...»
  • «No, io ti porto al massimo in camera tua... da tua mamma ci vai da sola a farti sgridare!»
  • «Ok, dai... ciao Zio!»
  • «Ciao bellissima... a domani! Buonanotte!»
  • «Buonanotte Zio!»
Una volta a terra Lydia corse verso lo studio della madre, sempre afferrandosi i pantaloni del pigiama. Luigi pensò, per l'ennesima volta, a quanto bello poteva essere il mondo se ci si concentrava nel vederlo con gli occhi di un bambino, Lydia e Teo probabilmente gli avevano salvato la vita, e continuavano a salvarlo dal dolore senza saperlo ne tentando di farlo. Bastava correre afferrandosi il pigiama sopra il ginocchio.

  • «Mamma!!! Ho fatto un sogno bellissimo!!!»
Virginia saltò sulla sedia, come se ci fosse caduta sopra dalla cima di una montagna. Era talmente concentrata sul suo racconto e sui disegni che i bambini le avevano fatto del corvo da dimenticarsi addirittura di dove si trovava. Ma quando riconobbe la voce della figlia, si tranquillizò e la fece avvicinare:
  • «Dai... mi vuoi raccontare un tuo sogno?»
  • «Si, ma perché è importante... ho visto delle cose magiche nel sogno... cos'è un gitano?»
  • «C'entra con il sogno?»
  • «Si... me lo spieghi prima di raccontartelo?»
  • «va bene, allora...» Virginia non sapeva da dove cominciare, non era una parola comune e non voleva dargli una spiegazione troppo riduttiva. Sarebbe stato troppo facile chiamare i gitani, zingari e lasciare che la bambina associasse le due cose, magari anche più di due, se avesse poi sentito quelle parole usate in termini dispregiativi
  • «...un gitano e un nomade, e una persona che non appartiene a nessun posto ma vive dappertutto. Molti di loro formano delle comunità, ma non so dirti di più, non conosco bene la loro cultura... ma credo che i gitani siano una tribù di nomadi particolari, non so se è perché passano la maggior parte del tempo accampati in una particolare regione o perché siano per la maggior parte artisti di strada... scusa se non so dirti di più, ho anche paura di essermi sbagliata su qualcosa...»
  • «no no, sei stata perfetta! Un gitano e una persona che viaggia tra tanti posti?»
  • «Si, più o meno... dove hai sentito quella parola? In un film?»
  • «No, me l'ha detta Labris!»
  • «e chi è Labris?»
  • «é un gabbiano che parla con la mia voce, e credo viva nei miei sogni...»
  • «é lui che hai sognato?»
  • «Si, mi ha detto che sono una gitana, la sua gitana! E lui è la mia voce!»
un lampo bianco illuminò la finestra, Virginia trasalì e allo stesso tempo Lydia, che si ritrovò a fissare spaventata la Finestra
  • «Hai visto mamma? Cos'era?»
  • «niente amore, un lampo, forse ci sarà un piccolo temporale...»
Virginia non aveva visto le ali bianche sbattere contro la finestra, ma Lydia cominciava ad assere spaventata. Dopo un po' però un tuono arrivò a risuonare sopra le nuvole
  • «Visto, ecco anche il tuono... era solo un lampo, ti vedo spaventata lili...»
Virginia era ovviamente preoccupata per la faccia della figlia, ma lei si riprese subito, c'era stato anche un tuono. Forse si era immaginata tutto.
  • «Mi racconti il resto del sogno? Cosa hai fatto con questo gabbiano?»
  • «non molto abbiamo parlato, ma poi il sogno e finito all'improvviso... però era bellissimo! Sembrava felice di potermi parlare... ma devo raccontarti tutto dall'inizio...»
Prima che Lydia se ne accorgesse aveva raccontato alla madre tutto il suo sogno, e ora pendeva dalle labbra della madre in attesa di una spiegazione a quel sogno così reale. Ma questa fu più triste di quello che si aspettava.
- «I sogni sono solo frammenti di ricordi. non sappiamo come lavora la nostra testa, mescola quello che conosciamo e ce lo fa sognare quando riposiamo, realtà e fantasia scompaiono... il tuo era un sogno bellissimo, ma non voleva dire niente... non preoccuparti... e va a dormire. Magari ne sogni un altro pezzo e allora tutto prenderà senso, che ne dici?»

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