mercoledì 4 maggio 2011

Non c'era bisogno di dire buonanotte

Lydia e Teo si misero in fretta a disegnare il grosso volatile nero, ma mentre Lydia cercava di renderlo il più minaccioso possibile, Teo ne disegnava i tratti con molta fermezza cercando di rendere la sua figura più netta possibile, anche se non gli piaceva non voleva che il suo disegno lo raffigurasse più cattivo o pauroso di quel che era, dopotutto aveva solo disturbato qualche sogno, non aveva fatto male a nessuno. Non era giusto giudicarlo dalle apparenze.
  • «il tuo corvo mi sembra piccolino» disse Lydia
  • «è solo perché è visto da lontano...» le rispose Teo
  • «Guarda il mio» e Lydia sollevò il foglio «ha le ali aperte e le piume tutte gonfie! Deve far paura ai porcospini...»
  • «Ah già! È per la storia, dietro al corvo stavo già per disegnare le sfere gialle che ho visto ieri...»
  • «Volevi disegnare il quel corvo nero??»
  • «Be si, se penso ad un corvo penso a lui... perché tu non hai disegnato quello??? sembra lui»
  • «Bhe no, i corvi si somigliano tutti!» Rispose Lydia seccata.
Era stata colta in fallo, per quanto volesse negarlo anche lei stava pensando a quel gufo. Ma non voleva darlo a vedere. Una volta aveva sentito dire che è meglio non mostrare a gli altri la propria paura, e anche se Teo non l'avrebbe usata contro di lei, non aveva nemmeno voglia di dargli facilmente ragione.
Finiti i disegni colorano di giallo occhi, becco e zampe rimisero in borsa i propri astucci e i fogli da disegno, avevano un solo libro da usare, quello delle vacanze, ed era già nello zaino. Nei prossimi giorni avrebbero dovuto prendere dei libri nuovi però, non vedevano l'ora.

Lasciarono i disegni sul tavolo della cucina, Luigi era andato in camera sua a prepararsi per il lavoro e Virginia stava bevendo una tisana mentre ascoltava un po di musica alla radio.
  • «Avete già finito?»
  • «Si!!» risposero in coro
  • «Bravissimi, allora correte da Gigi, sta per uscire... dategli la buonanotte!»
I due bambini corsero lungo il corridoio sino alla stanza di Luigi. Bussarono forte e lui uscì fuori con i pantaloni della divisa, una maglia bianca e la camicia aperta poggiata sopra!
  • «State andando già a letto?»
  • «Invidioso eh?» gli fece Teo strizzandogli l'occhio
  • «ehi! Non sono ancora così vecchio da farmi prendere in giro da mio figlio... vieni qui!!»
Luigi sollevò Teodoro da terra prendendolo di scatto con le mani sotto le ascelle e lanciandolo in aria. Il bambino Rise e Lydia si abbassò di colpo per paura di prendere qualche calcio da Teo che si agitava tra le braccia del padre, possibilità che l'esperienza gli aveva insegnato non essere troppo remota. Luigi sollevò poi anche Lydia e diede due bacioni alle guance di entrambi prima di rimetterli a terra.
  • «Dai, io finisco di prepararmi... andate a letto!»
  • «Ma dobbiamo anche stanotte...»
  • «...Dormire ognuno nella sua stanza? Si, e ne abbiamo già parlato per oggi. andate» così, stroncando la domanda della bambina sul nascere, Luigi si congedò dai bambini ricominciando a prepararsi per il lavoro.
I due bambini andarono a dare il bacio della buonanotte anche a Virginia, ma con loro furono più veloci. Tanto poi l'avrebbero rivista per il rimbocco delle coperte.
Salirono in fretta al piano superiore, Lydia si fermò davanti alla stanza di Teo aspettando che si infilasse il pigiama per poi andare entrambi in camera sua.
  • «Iniziamo?» le chiese Teo
  • «Aspetta che mi metto il pigiama anche io!!»
Teo da buon cavaliere distolse lo sguardo, non che a Lydia importasse, ma era il motivo per cui secondo i genitori dovevano stare in stanze separate. Quando la bambina ebbe finito i due si sedettero sul letto, uno di fronte all'altra, prendendosi dandosi la mano e stringendo forte. Poi Teodoro prese la parola:
  • «Oggi cercheremo di restare il più possibile nella stanza! Cercheremo di capire dove siamo...»
  • «Ok!» Rispose la bambina «e se vediamo il corvo fare del male a qualcuno combattiamo!»
  • «Giusto! Dobbiamo cercare delle armi!»
  • «Possiamo prenderlo a pungi!»
  • «ma lui vola!»
  • «Volerò anche io se serve...»
  • «Ok!»
  • «Ok!»
Poi in coro ripeterono il loro motto della buonanotte:
  • «A dispetto del Grande corvo, cambierò il mondo che vedrò quando credevo di sognare... »
Detto questo Teo torno in camera sua. Non c'era bisogno di dire buonanotte, bastava quel motto per augurarsela.

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