Lydia osservava da lontano Teodoro fare
conoscenza di quel ragazzo nuovo mentre lei si intratteneva con le
amiche, alcune delle quali non vedeva da giugno e tra loro in particolare, senza troppo dispiacere, c'era Margherita; ci sono bambini che
per quanto possano essere educati, cortesi, simpatici e cordiali
proprio non rientrano nei nostri gusti per un solo e delle volte
insignificante particolare, non un difetto, ma qualcosa che
nonostante la ragione ci dica quanto questo sia assolutamente
trascurabile non riusciamo a farcene una ragione.
Lydia non aveva antipatia per
Margherita, anzi, riconosceva in lei svariate qualità ma non poteva
soffrire la sua “eccessiva femminilità”. Il suo zaino era sempre
nuovo ogni anno, e ogni anno era di colore rosa, come rosa dovevano
essere le sue scarpe e il ricamo sul suo grembiule. I suoi capelli
biondi erano vaporosi, lunghi fin sotto le spalle, terminavano con
larghi boccoli ed erano sempre rigorosamente sciolti, se non per qualche forcina a forma di muso di gatto (il gatto in questione
portava a sua volta un fiocco tra le orecchie). Persino durante le
ore di disegno non provava a legarsi i capelli in una coda e
contrariamente a quanto succedeva a Lydia, non gli creava nessun
fastidio portarli davanti agli occhi.
«... Ma Teo è diventato più alto?
Sembra proprio che sia più alto... cosa ne pensi Lilì?» chiese
Margherita a Lydia trovandola distratta mentre le altre ragazze
confrontavano i loro zainetti nuovi;
Lydia trasalì per la sorpresa con cui
la domanda l'aveva colta, ricordando uno dei motivi per cui non era
dispiaciuta di non aver visto l'amica durante l'estate.
«Quando Zio gigi ci ha misurato
l'altro giorno lui era appena un centimetro più alto rispetto
all'anno passato, mentre io due... non credo mi raggiungerà mai!»
«Ancora deve nascere il maschio che ti
raggiungerà Lilì!» a prendere la parola fu Veronica, una ragazza
dai capelli scuri e gli occhi color nocciola, minuta tanto da
sembrare almeno un anno più piccola di Lydia, anziché nove mesi
più grande come era in realtà. La bambina aveva un vera e propria
adorazione per la compagna di classe, osservandone gli occhi azzurri
non poteva non pensare che averli anche lei di quel coloro potesse
farla uscire dall'anonimato in cui si sentiva rilegata a causa delle
sue piccole dimensioni e dall'aspetto tanto comune.
«Già, da quando sei la capitano i
maschi non vincono mai i giochi a squadre! » Sentenziò Margherita;
«Siamo sempre più di loro, è anche
per questo! Ma chi è quel bambino? » Lydia cambiò l'argomento
prima che diventasse ancora più imbarazzante spostando l'attenzione
degli altri su ciò che aveva rubato la sua.
«Si Chiama Ale credo...» Disse
Veronica « La madre è una signora altissima che è entrata dentro
la scuola con la maestra Maria, l'ha chiamato così mentre gli diceva
di aspettarla fuori..»
«Perchè? Ti piace?!» Aggiunse
Margherita «se diventasse amico di Teo potremo fare un quartetto!
Guarda che se anche quest'anno non ti piace nessuno i maschi
cominceranno ad odiarti!»
«No! È poi i maschi mi odiano già...
mi tirano i capelli a turno... ma a me non importa, se non fanno
attenzione e li scopro gli faccio come a Domenico!» La sentenza di
Lydia portò alla mente il terribile incidente in cui, Domenico, tirò
i capelli a Lydia senza preoccuparsi di nascondersi bene prima che
lei si girasse e trovandosi così a prendere tanti schiaffi quanti il
tempo impiegato dalla maestra per separarli le concesse di dargli.
Domenico rimase decisamente intimidito
dalla dimostrazione di Forza della bambina, riservandosi il diritto
di rispettarla da dovuta distanza.
«è solo che sembra andare d'accordo
con Teo, e lui non va d'accordo con tutti...» concluse Lydia.
«Speriamo di no! »Disse Margherita«Se
cominciasse a fare amicizia con tutti non sarebbe più il ragazzo di
cui mi sono innamorata...»
A Lydia qualcosa si girò bruscamente
nello stomaco e distogliendo lo sguardo dai due maschietti che
facevano la reciproca conoscenza si rivolse all'amica con sguardo
accigliato:
«Ma come parli? Che schifo...»
«Perchè? Che ho detto?»
«Qualcosa di troppo Piccola miss»
disse Veronica
«Non sono una piccola miss!»
«Ogni tanto un po' si...» Concluse
Lydia ma questa volta sorridendo e attirando lo sguardo ammirato di
Veronica sugli occhi azzurri che brillavano sempre un po di più
mentre sorrideva.
Le bambine si misero a ridere e con una
corsettina si aggiunsero anche loro al duo che diede il benvenuto ad
Alessandro.
Vedendole arrivare Domenico fece
qualche passo indietro, intimorito dalla presenza di una particolare
figura dai capelli neri, gli occhi di ghiaccio e le mani di piombo.
«Ciao! Alessandro queste sono Lydia,
Veronica e Margherita... anche loro sono nostre compagne di
classe...» disse Teo indicando con la mano le tre bambine mentre ne
pronunciava i nomi.
«Ciao Alessandro!» dissero le tre
contemporaneamente ritrovandosi poi a ridere per la non voluta
sincronia.
«Ciao, hè un Piaccere! » Rispose il
bambino arrossendo visibilmente all'arrivo di quel gran numero di
ragazze.
«Ma come parli?»Chiese Margherita,
mentre Teo si chiedeva se fosse mai capitato che quella bambina
avesse riflettuto bene sulla situazione prima di aprir bocca.
«Con la bocca come tutti!» rispose
Lydia intercettando, e comprendendo, il disappunto nello sguardo di
Teo«Ma lui la usa per essere educato... Il piacere è nostro
Alessandro! Possiamo chiamarti Ale? Altrimenti è troppo lungo...»
Il bambino era rimasto un po
disorientato da quello scambio veloce di battute tra i presenti, e
forse fu per quello che ci mise un po per fare il cenno d'assenso con
la testa alla domanda rivoltagli da Lydia. In quel momento la
campanella squillò per tutto il cortile, Margherita e Veronica
scapparono dalle madri che discutevano tra loro mentre reggevano gli
zaini delle figlie, Domenico le imitò, ma Teo, Alessandro e Lydia si
avvicinarono dalla loro maestra che era appena uscita dal portone
assieme alle maestre delle altre classi e la madre di Alessandro.
Quando la Madre di Alessando si abbassò
per dare un bacio al figlio, Teo rimase impressionato per l'altezza
della signora, sembra metterci un'eternità a riportare il volto ad
un'altezza a cui era possibile per gli umani vedere il colore dei
suoi occhi, Grigi, ma della tonalità di Teo e non del figlio. Era
persino più alta di Luigi, cosa che Teo non credeva possibile fino a
quel momento. Madre e figlio si scambiarono qualche parola in
tedesco, che Teo interpretò come “fai il bravo!! ci vediamo
all'uscita! Ma prima, bacio...”. Poi lei gli passò una cartella,
non lo zainetto che avevano tutti gli altri bambini ma una cartella
rettangolare con la struttura rigida, che Teo invidiò moltissimo
vista la praticità con cui era possibile sistemare i libri. Ma per
Alessandro non era altro che un altro sintomo della sua estraneità a
quel luogo.
«Ma dove la posso trovare una così?»
si sbrigò chiedere Teo, mentre Lydia sbarrava gli occhi davanti a
tanta intraprendenza.
Sentendo la domanda il bambino rispose
con un tono di voce appena più alto «hè un regalo... non lo
so...», sorrise al nuovo amico, salutò la madre e si avvicinò alla
maestra assieme al resto dei compagni di classe, attendendo che
qualcuno gli spiegasse cosa fare quel primo giorno.
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