mercoledì 29 dicembre 2010

Il grande Corvo

«Ho rivisto per un attimo la stanza, è stato molto più veloce del solito e non c'era nessuno stavolta» Disse Lydia con un breve sospiro « sono riuscita a distinguere un'altro pezzo delle forme con cui è decorato il suolo, poi lo aggiungo al disegno! Comunque subito dopo mi sono trovata in casa, affianco al mio letto... come sempre la stanza era più piccola e come mi hai suggerito sono uscita dalla finestra per fare prima! Stanotte il sole era verde e tutto attorno alla casa aveva preso quel colore.... sembrava di stare in mezzo ad una valle erbosa, dove anche le case sembravano essere state tutte coperte di erba! E poi l'ho risentito! Era dentro una palla di luce bianca... ma il corvo è uscito fuori e ha colpito la palla di luce che è sparita! Poi si è girato verso di me... ma stavolta ho provato a inventarmi qualcosa come hai detto tu... ma io sono riuscita solo a muovermi... ho saltato e mi è sembrato quasi di volare! Ma poi sono caduta e il sogno e finito...»
  • «Volare? Quanto hai saltato in alto? » le chiese Teo con gli occhi sbarrati.
Era rimasto incantato dal racconto, a partire dal paesaggio erboso dove ogni cosa era verde e coperta da un manto vegetale. Guardò fuori dalla finestra immaginando il paesaggio uniformato nel colore dell'erba di prato mentre Lydia rispondeva cercando di riportare alla mente la sensazione del sogno
  • «Ho saltato molto in Alto! Ho guardato il corvo negli occhi! Sembrava triste... si alzava man mano che mi sollevavo io e per un po mi è sembrato di volare perché non sentivo nessun peso, solo la voglia di salire più in alto del corvo... ma davvero... quando ho visto il corvo negli occhi non volevo più superarlo... era triste davvero! »
Teo continuò a osservare fuori, ma non era rimasto insensibile alle parole di Lydia, e quando la sorella finì lui la fissò un attimo prima di parlare.
  • « Ho visto anche io la sala... ma non ho visto il pavimento, ho fissato il soffitto! Era fatto d'acqua! Ed emetteva una luce verde! Ma non colorava il buio della sala... poi tutto è sparito e mi sono ritrovato a scuola. C'erano le solite statue e la grossa colonna che da sopra la scuola si alzava verso il cielo... poi da sopra la colonna e sceso il grande corvo! Era più grande dell'ultima volta e aveva un gabbiano tra le zampe! Non so cosa ci volesse fare ma il gabbiano sembrava arrabbiato... aveva gli occhi gialli e beccava forte le zampe del corvo! Io sono scappato dentro le piante di rovo della scuola, che si sono trasformate in ferro come sono entrato... non ricordo se l'ho voluto io o se sono state loro da sole... ma il corvo non è riuscito a toccarmi... poi il gabbiano si è illuminato tutto ed è scappato via e io sono scappato dentro la scuola. Ho camminato un po per il corridoio e quando sono arrivato al cimitero Due grosse luci gialle mi hanno accecato... sembravano due occhi enormi... non solo ho smesso di sognare! Mi sono anche svegliato!»

Teo era particolarmente agitato mentre raccontava il suo sogno, ma si prese di proposito una pausa per calmarsi e per raccontare l'ultimo e più inquietante particolare a Lydia che stringeva forte le sue ginocchia nella speranza che quel racconto non fosse finito li.
  • «Teo! Luigi sta andando in campagna da tuo nonno... »
  • «Mamma!!!»
  • «Ziaa!!!»
  • «Ok! Scusate... tanto non ho sentito nulla dei vostri sogni... »
  • «Come facevi a sapere che parlavamo di sogni allora??» disse Lydia adirata
  • «l'ho immaginato... di sicuro non siete riusciti a farlo di mattina, quindi...» si giustificò Virginia
  • «Ok Zia, non fa niente... chiudi solo la porta un attimo, finito qui raggiungo papà.»
  • «Va bene, ma fai in fretta, sai che non sopporta aspettare...» e chiudendo la porta dietro di se lascio i bambini al loro gioco.
Teo fissò la porta per un attimo, come se volesse guardarci attraverso per capire se la zia stava ancora li dietro e potesse sentire la loro discussione, non che se ne vergognasse, o almeno non molto. Ma preferiva tenere quei racconti solo per Lydia.
  • «C'è un'ultima cosa» disse Teo quando pensò che ormai non c'erano orecchie a poter intercettare il loro racconto «Ho risentito la voce! Ma non nella stanza... era dietro le due luci gialle!»
  • «La voce? Cosa ti ha detto!!» Lydia aveva lasciato le sue ginocchia per stringere le mani di Teo che non rimase stupito dal contatto, Lydia aveva spesso il vizio di mettere la mani addosso, ma quella volta la sua stretta fu particolarmente energica
  • «Ha detto “c'è n'è un'altra qui” ma non ho capito cosa volesse dire... mi sono svegliato prima di poter chiedere qualcosa...» e si liberò dalla stretta di Lydia, dato che al contrario di lei poteva farne a meno
  • «Cosa? Avresti chiesto qualcosa? E cosa speravi ti rispondesse? »
  • «non lo so... qualcosa... se sapevo la risposta non facevo la domanda! Dai... fai il disegno, quando torno lo voglio vedere!» disse il bambino scendendo dal letto per andare a raggiungere il babbo.
  • «Aspetta! Chiedo a Mamma se posso venire con voi... anche io ho voglia di andare in campagna! E ho voglia di vedere nonna Isabella!»   

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